POSTRIBULUM “Rehearsal "89”
Chi avrebbe potuto mai sospettare che sotto le spoglie di un tranquillo redattore, di un assorto edicolante e di un invisibile agente di pratiche bancarie, potessero celarsi dei sinistri figuri? Chi avrebbe potuto mai immaginare che da una semplice intervista con tali “tranquilli soggetti” potesse scaturire una sorta di codice cifrato dagli oscuri presagi? Era da tempo immemore che la “creatura” covava nell’ombra... Ventuno anni, quasi un quarto di secolo, testimonianze ritmiche gelosamente custodite ed alle cui sonorità è demandata un’immagine tetra ed angosciante, una sorta di anti-avatar che si colloca ad un bivio tra gli scenari maledetti di Edgar Allan Poe e le tele visionarie del fiammingo Hieronymus Bosch conosciuto all’anagrafe di 's-Hertogenbosch come Jeroen Anthoniszoon van Aken. Testimonianza di quanto sopra è il particolare estrapolato da una oscura opera pittorica del Bosch che funge da front-cover del 5-tkx demo-tape in questione battezzato semplicemente “Rehearsal '89”. , nella fattispecie , “Death of the Reprobate/La morte del dannato”… Le espressioni visionarie dell’arte pittorica del fiammingo Hieronymus Bosch ben si addicono a quelle musicali del combo proveniente dal profondo Sud dell’Italia, il cui demo, dopo più di vent’anni dalla sua registrazione, è stato prodotto dall'impavido Arjan Peeks, proprietario della Heidens Hart, una sorta di congrega “sotterranea” dedita a far confluire sotto il suo freddo abbraccio personaggi e gruppi gravitanti fuori dai circuiti “mainstream”. Il suono in questione è contenuto su di un demo-tape , il classico nastro old school, da qui il messaggio che si è voluto lanciare, quindi l'orientamento filosofico del gruppo: una sorta di “integralismo artistico-musicale” che sa di vecchia scuola sia dal punto di visto della realizzazione del prodotto che da quello del suono, maledettamente sporco. La triade in questione, registrata all’anagrafe underground come POSTRIBULUM, nasce dalle ceneri dei Putrefaction, e si parla del 1988…, band dedita all'estremismo sonoro di chiaro stampo terroristico legata a suoni e ritmi posti al bivio tra il suono dei “cartelli” sudamericani del Black/Thrash di quel periodo e il riffing elvetico di HELLHAMMER e CELTIC FROST… L’influenza di mostri sacri come SARCOFAGO, HOLOCAUSTO, SEPULTURA (i primi...), CHAKAL, MX, MUTILATOR, SEXTRASH, VULCANO, ANSCHLUSS, PSYCHIC POSSESSOR per non parlare dei colombiani REENCARNACION, BLASFEMIA e PARABELLUM è evidente nelle sonorità marcescenti dei PUTREFACTION/POSTRIBULUM. L’intervista, ma è più giusto definirla una chiacchierata fra appassionati, ripercorre le pagine della storia dell’estremismo sonoro, così come i ricordi : «All'epoca sicuramente quello che avevamo in mente – esordisce l’axeman - era il suono di HELLHAMMER, SARCOFAGO, HOLOCAUSTO, primi SODOM, primi SLAYER, NECRODEATH, primi MAYHEM, primi VOIVOD, ma anche i NAPALM DEATH o i CARCASS del primo album per non parlare dei DISCHARGE, per quanto riguarda le parti più veloci, anche se da questi ultimi tre gruppi abbiamo preso solo una certa "caoticità" del suono (causata sicuramente da una non eccelsa perizia tecnico-musicale, e in effetti il nostro approccio allo strumento aveva sicuramente più a che fare con i tre-accordi-tre del grindcore o addirittura dell'hardcore punk piuttosto che con il metal inteso in senso stretto, oltre che da una certa scarsezza di mezzi e di esperienza e qui parlo della qualità di registrazione del demo) ma non ne siamo rimasti influenzati a livello concettuale. Per quanto riguarda le parti rallentate, invece, c'era stato il tentativo di ricreare, ed estremizzare, il riffing dei DEATH SS più Doom (vedi "Black and Violet"), gruppo che amavo ai tempi e che continuo ad amare adesso…” Da queste premesse si passa al risultato: le cinque tracce in questione risultano essere composte da una materia informe rumorosa, un crepitante “old style”, un antico ma interessante prodotto caratterizzato da un suono”filthy” cui molte bands della vecchia guardia erano dedite, specialmente per quanto riguarda i primi demo… Quindi una qualità di registrazione, sporca e grezza come piace ai puristi di un certo tipo di underground musicale, evitando anche usi di filtri e diverse varianti di pulizia tramite le operazione di cool edit et similia. “Se mai dovessimo ritornare in campo, lo faremmo alla vecchia maniera, una cantina e gli strumenti, per la gioia dei nostri vicini” prosegue il portavoce dei Postribulum. “Niente computer, niente Q-base, niente programmini strani. Musica vera, magari suonata male, ma con sincerità e passione”. Si è parlato anche della scena, soprattutto dei prime movers sia della scuola europea HELLHAMMER, di quella nordica MAYHEM, DARKTHRONE, BURZUM e quella sudamericana ….. , per la quale l'axeman nutre una profonda devozione. Si è accennato anche a tutto ciò che ruotato intorno alla sfera dell''Inner Circle scandinavo, dei diversi ed efferati fatti di cronaca che hanno avvolto e travolto tale area non solo geografica, ma anche musicale e filosofica: temi questi molto sentiti e conosciuti da parte dell'ascia dei Postribulum, che non ha voluto comunque approfondire visti i molti anni passati…. Si è parlato dei trascorsi della scena italiana e delle bands ad essa collegate, gli affascinanti anni ’80 del metal italiano, e con questo argomento scorrono nella mente di tutti ed anche in quella dell'estensore di questo resoconto diversi ricordi, stampati nella mente come fotografie: SCHIZO, NECRODEATH, BULLDOZER, SOCIAL MAYHEM, HURLANT/MILITIA on stage, e tanti altri gruppi ed eventi che hanno caratterizzato il periodo in questione. I cinque sermoni contenuti in questa oratoria estrema dal titolo “Rehearsal ‘89” ben si collocano in questo contesto. Il demo si apre con “Sodomize the nun”, blasfemo inno anti-clericale, un continuo headbanging il cui picco massimo si raggiunge nella parte centrale del pezzo, per poi rallentare in una parte più doom che sfocia poi in un finale al cardiopalma. Vari cambi di ritmica sono presenti in “Necro-mutilation” con accelerazioni e rallentamenti in alternanza, guidati da una voce deviante e sinistra: in questo caso il suono è tipicamente sudamericano stile vecchi SARCOFAGO o altre congreghe sotterranee delle latitudini già menzionate in questo resoconto. Tali sonorità si manifestano anche in “Holocaust” , mentre “Menstruation”, oltre ad essere la prima track mai incisa dal gruppo, in pratica una sorta di esperimento a due-tre accordi, è il pezzo più “grindcore” del demo ma con vocalizzi sguaiati che ricordano il thrash più grezzo e becero mentre la versione conclusiva di “Sodomize the nun”, è anche quella risalente al periodo dei Putrefaction, con un assolo alternativo alla versione che apre il demo. C’è da dire che 5 pezzi in venti anni sono un po’ pochi… D’altronde il gruppo si sciolse quasi subito, ma nonostante ciò la domanda finale è d’obbligo: “C’è la possibilità di una reunion dei Postribulum?” “La risposta arriva puntuale: “Nella vita tutto è possibile. Se non abitassimo in città diverse la cosa sarebbe molto più facile. La voglia c’è ma la logistica non ci aiuta”. “E poi c'è da dire - conclude l’axe-man - che sono passati venti anni e inevitabilmente in questo lungo periodo la musica ascoltata è stata tanta e di diversi tipi per cui un eventuale nuovo progetto sarebbe, per forza di cose, ‘differente’. Questo potrebbe portare ad un cambio di monicker perché chiamarsi POSTRIBULUM non avrebbe più senso. Poi magari mi sveglio domani mattina e mi viene fuori un riff alla Tom Warrior...” Oscuri presagi si accavallano al tetro orizzonte del Black/Thrash, speriamo di non dover aspettare altri vent’anni per ascoltare qualcosa di nuovo dei POSTRIBULUM. O forse aspetteremo per sempre… ma senza mai voltarci indietro… info: http://go.to/heidenshart herjann@gmx.net southernpride@libero.it