ARBOR MORTIS “Prophet” (Self Produced), 2015
Alle pendici del monte Ararat la congrega caucasica celebra il secondo rituale, composto da nove sermoni, in chiara chiave black metal, of course. Il rituale della confraternita di Yeravan,capitale della Repubblica armena, riecheggia atmosfere che ci riportano indietro nel tempo e nello spazio, forse, tale “contaminazioni”, sono anche dovute al fatto che tale area è stato il crocevia delle rotte carovaniere che collegavano l'Europa all'India e quindi luogo di incontro confronto tra diverse culture del passato che si rimaterializzano in questa cerimonia dalle matrici musicali targate profondo nord. Il rituale ritmico del combo armeno riecheggia le atmosfere malsane dei mitici DARKTHRONE, ma anche di altre comunità sonore gravitanti nelle aree geografiche del centro/nord Europa tra la la fine degli '80's e l'inizio dei '90's. Un suono, quello degli ARBOR MORTIS che rappresenta la sintesi di quanto evidenziato nella presente nota, dove oscurità, dolore, sinistri presagi ed altre incomprensibili atmosfere attanagliano il sistema uditivo fin dalle prime note dell'opening tk “The Black Light of the Sun”, per proseguire l'atto cerimoniale con altre orazioni: “Jeg Har Ikke Død Til”, “Ov Forgotten Times”, “Ego Sum Deus” , “Vakhanalia” … la messa è finita? …
TRACK LIST:
1. The Black Light of the Sun 2. Til Jeg Ikke Har Død 3. Ov Forgotten Times 4. Spoken Word 5. In the Eyes of a Broken Man 6. Asylum 7. Ego Sum Deus 8. Vakhanalia 9. Somewhere in Hell
LINE-UP:
Arthur Poghosyan: Drums
Avo Taloyan: Guitars
Søna Grishnackh von Rommel: Keyboards
Otto Heinz von Rommel: Vocals
RELEASES:
“Prophet”, (Self produced), 2015
“Embla”, (Exalted Woe Records), 2014